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incesto
1. Mamma - Chi è causa del suo male pianga se stesso - Tutto è cominciato così... -
di geppettino2003
04.02.2020 |
45.202 |
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"Schizzi impetuosi, sola la porta li separa dal mio viso..."
…”Ma ti rendi conto come tutto questo mi stia uccidendo…”
“… Ma dai non puoi continuare a farti del male …è, ormai, quasi passato un anno…” Sono a casa, parlo con mia sorella, cerco conforto. Quasi in lacrime sfogo la mia solitudine. Stato che, lentamente, è diventato depressione. Situazione acuita da un mio infidou, crescente, bisogno sessuale. È un anno che vivo sola dopo la mia separazione. Non l’ho voluta, l’ho subita ma solo adesso la riconduco, esclusivamente, a colpe che, purtroppo mi riconosco. Ma è tardi!
“Ma insomma mi puoi dire come è successo?”
“Non lo so nemmeno io… tutto è precipitato in meno di due mesi… i primi litigi, diversi dai soliti sempre presenti in un rapporto di coppia. Ogni volta il discorso era sempre lo stesso. Accuse al mio essere puritana!…”
“…Lo sei sempre stata!…Ma perché non ne ha avete parlato…potevate trovare un’intesa…”
“Sono stata una stupida”
Ascolto, senza badare, mamma mentre giro per casa con la mia videocamera, ultimo regalo di mio padre. “… Sorridete… siete su candid camera…” Battuta, forse, stupida ma sicuramente è servita a rubare un sorriso…e a sdrammatizzare un po’.
“Dai tesoro, non vedi che sto parlando con zia, e posa quella telecamera, ogni minuto con sta cosa tra le mani… Vai a studiare hai l’ultima interrogazione in matematica, tra meno di dieci giorni è finita la scuola…”
Non ascolto le sue parole. Sto zoomando sul suo volto, poi passo a quello della zia, riprendo entrambe, allargo l’immagine, le inquadro assieme sedute sul divano, Ogni particolare attira la mia attenzione di novello regista. E’ una settimana che papà mi ha regalato la videocamera digitale. L’ultimo modello, una tecnologia sicuramente avanzata. Mi sto divertendo a fare mille riprese e poi con il portatile scarico le immagini. Il software in dotazione mi consente di montare le immagini, stoppare, ingrandire i particolari, giocare di dissolvenza, insomma creare un film mettendo in sequenza i diversi fotogrammi. Pochi minuti ed ecco le mie riprese. Mamma ha un viso tirato, gli occhi gonfi sembra veramente giù di morale, zia invece è il suo opposto, anche se è chiara la sua preoccupazione per la sorella. Il mio iniziale intendimento era riprendere l’accostamento dei colori dei loro tessuti e invece, e senza volerlo, mi ritrovo ad ammirare belle figure femminili. Le immagini scorrono veloci, devo migliorare le riprese, la mano deve essere più ferma, devo soffermarmi di più sui particolari. Ecco le scarpe della zia. Mamma che tacchi! Come fa a camminare su quei trespoli. Caspita, ma che ha sulla caviglia, sembra un braccialetto, almeno così appare. Si intravede a malapena dalla trasparenza delle nere, e velate calze. Però che cosce, le gambe accavallate lasciano intravedere l’inizio del bordo più scuro delle calze. Minchia! Come mai non me ne sono mai accorto. Zia si copre le gambe, il suo fare è naturale, come si vergognasse della mia presenza. Movimenti che evidenziano la sciocca cultura delle donne del sud. Un atteggiamento che è in netto contrasto con la sua esuberanza di donna intraprendente. Mi domando che mettono a fare le gonne corte, se poi si imbarazzano nel mostrare belle gambe?
D’impeto stacco il collegamento e ritorno in salone. Stavolta non mi faccio vedere, Dalla porta della cucina, mi sdraio dietro la poltrona, nascosto alla loro vista, la videocamera appoggiata al pavimento, il display aperto mi consente di vedere meglio le riprese, un leggero tocco al play e avvio le mie riprese.
…“Sai Gianni è stato un porco… mi ha schizzato in faccia la sua assurda voglia di venirmi in bocca… mi sono sentita trattare come una puttana, una volgare troia. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso… non è stato giusto…”
“Cazzo! Non ci posso credere, dopo anni di matrimonio, per un semplice pompino…hai messo in discussione un rapporto… ma ti rendi conto… NON È POSSIBILE!… ”
“Non sono mai riuscita a farlo…!”
“Ma sei pazza!”
“Ma perché tu lo fai con Peppe…”
“Ma certamente … in un rapporto di coppia la ricerca della reciproca soddisfazione è alla base. E se poi il tuo uomo ha quindici anni più di te diventa arte. Godo con lui facendogli drizzare il bigolo come ad un ragazzino di primo pelo… e tutto di bocca”
“E ti piace?”
“ MI FA MORIRE! Governo il suo piacere lasciando crescere il mio! Tra le labbra sento crescere la sua eccitazione, sentirlo gemere di piacere… mentre lo ingoio lentamente, lo bagno, lo sento pulsare tra le labbra. Lo guardo negli occhi mentre gioco con le mani su quel palo che diventa sempre più duro. Godo mentre geme e mi rendo conto di essere una splendida porca. Mi esalto leggere nel suo sguardo l’implorazione a non fermarmi, ma decido di farlo godere solo quando, io, mi sento pronta…”
“Ma che dici!!!”
“…E poi non godo solo del suo caldo seme, amo lasciami sporcare il corpo di lussuria, continuo a leccare il frutto del suo piacere…impazzo con la lingua su una cappella sensibile”
Whou! Zia è una esperta di pompini!
Mamma segue basita!
Cerco quel filino sulla caviglia di zia, è veramente un braccialetto d’oro. Esile e frivolo nello stesso tempo. Contestualmente ammiro lunghe belle gambe che sta accavallando. Solleva la destra la porta sulla sinistra, la gonna stretta risale per favorire il suo movimento. Cazzo che belle cosce. Uno zoom rapido e ingrandisco. Zia solleva un attimino il busto, sistema, con fare naturale, la corta gonna, la tira un po’ verso il basso ma riesce a coprire poco e niente.
Stavolta riprendo tutto. E che caspita! Sul più bello, mamma si china per mettere lo zucchero nella tazzina del caffè, il suo fare mi priva del mio primo piano. Però la posizione assunta da mamma mi offre l’intrigo della sua scollatura. Sembra senza reggiseno, basta un attimo una zumata sul profondo solco delle sue mammelle. Mamma mia! Ma non faccio in tempo a migliorare la ripresa. Porca miseria Lei è stata troppo veloce ed io piuttosto distratto!
“... Lascia stare…adesso ho problema. Ultimamente Mario, il collega di ufficio, mi fa il filo…”
Ma che dice, chi è sto Mario…e che vuole… Anche il seno di zia non è niente male, non mi ero mai accorto che fosse così prosperoso, la stretta maglietta esalta due enormi bocce. Segue le riflessioni di mamma respirando quasi nervosamente. Anche mamma non scherza, ogni respiro gonfia due mammelle belle e piene. Riprenda tutto.
“…Sai è un bell’uomo è disponibile anche a venire a casa e conoscere Roby. Mi manca veramente un uomo … è tre mesi che mi fa la corte. Le sue sono gentili avances. Ieri ero sul punto di cedere... un attimo di passione rubata al nostro lavoro… sembravamo due ragazzini, la classica pomiciata nascosti in una aula della scuola. Mi sono vergognata di me stessa, ho tremato al contatto delle sue delicate mani sul mio corpo … è stato bellissimo… mi sono sentita una donna viva… Ma adesso non so cosa fare…”
“PERCHÉ ?”
“Ho paura della reazione di Roberto… sai che è legatissimo al padre e non voglio ferirlo…non so come affrontare l’argomento”
“…Parlaci… ma fallo subito!…”
Quasi dieci minuti di riprese. Completamente incurante dello sfogo di mamma. Riprendo ancora zia, le sue gambe sembrano impazzite. Mamma di fianco, sul divano, rivolta a zia, in posizione che sembra in bilico, mostra il disegno del bel seno. Ancora un primo piano sulle mammelle, i capezzoli mi sembrano gonfi. Zia si alza.
“Tienimi informata devo andare via, è tardi…”
“ROBY la zia va via, vieni a salutarla”
Porca miseria e ora? Spedito mi rialzo, con la telecamera in mano, corro, le anticipo alla porta. Meno male che non si sono accorte di nulla.
“Sempre con sta cosa in mano”
Accesa faccio finta di nulla. Però che bel culetto ha zia, la gonna piuttosto stretta ne esalta il disegno, sculetta con fare naturale su quei suoi alti tacchi. Continuo nel mio fare. Abbasso, con fare naturale, la telecamera ed indirizzo l’obiettivo in prossimità del suo… accattivante culetto. Ancora qualche convenevole tra mamma e sua sorella, mentre io cerco di mantenere ferma la mano con la telecamera indirizzata verso quattro intriganti chiappe.
“…Mi raccomando parla con entrambi…”
Un saluto velocissimo, ed io ho fretta di andare in camera mia. Devo scaricare le mie riprese. Riecco mamma, lo zoom sul suo viso. Stavolta sono stato più bravo, l’ho fatto bene. Noto i suoi occhi lucidi, avrà pianto. Però che belle cosce ha mia zia. Ehi! Mamma è veramente senza reggiseno, la magliettina che indossa lascia intravedere due bottoncini gonfi. Veramente niente male. Le scene scorrono, non posso fare a meno di riascoltare le confessioni di mia madre sui suoi turbamenti sessuali
……“Continuamente mi sveglio di notte, il fiato corto, sudata, con un arsura assurda e un calore indescrivibile tra le gambe, sono settimane che sistematicamente mio accade. Solo ora mi sto rendendo conto di quanto importante fosse per me il sesso nel mio rapporto. È quella cosa che quando c’è l’hai è come se la subissi, e quando ti manca ti senti male…”
Mamma è proprio turbata! Cazzo, la trasparenza della gonna bianca di zia lascia intravedere il bordo intrigante di un perizoma scuro che indossa. Caspita non avevo notato quello spacchetto della sua gonna, mentre saluta mamma. Però, anche, mamma ha un bel culo! Le sue natiche in primo piano sono un, chiaro, invito ad apprezzarle. Devo essere sincero è un culetto, non so perché, che mi attizza di più, ha un qualcosa di più stuzzicante. Però non è giusto che soffra così. Certo mamma avrebbe potuto anche cedere alle sue fisime salvando così il suo matrimonio.
Posso credere che...
Pero piuttosto colorita è la lezione di zia sul pompino. Deve essere veramente esperta! Si ma che centra il suo ultimo invito a parlare con me. PARLARE DI COSA! NON C’E’ NIENTE DA PARLARE! Non intendo accettare la possibilità di uno sconosciuto in casa e, per di più, nel letto di mia madre. Lo considero un affronto per papà e specialmente per me. Papà è ancora legatissimo a noi anche se non ha alcuna intenzione di ritornare a casa. La sua nuova compagna è veramente brava, ed è pure una bella fica, non che mamma non lo sia, ma sicuramente lei sa offrirgli ciò che, nell’intimo, mamma non ha saputo dargli in tanti anni di vita matrimoniale. E adesso ha, inevitabilmente, i suoi crucci.
All’ora di cena, siamo soli in cucina, la fisso intensamente, il mio sguardo sembra imbambolato, sono passati pochi minuti per rendermi conto che mamma ha veramente un bel seno…. è veramente una bella donna, apprezzabile ma, credo che la sua sequela di fissazioni assurde ne fanno quasi una bigotta. Le guardo le cosce, gli occhi risalgono fino al fondoschiena, il tutto in pochi secondi per accertare che ho l’uccello stranamente in tiro … … sembra volermi scoppiare tra le gambe…
Mi fa quasi male!
“Sai volevo dirti che in settimana esco per cena…”
“Con Mario?”
“…Come lo sai?”
“Ti ho sentito parlarne con zia”
“Te ne volevo parlare…”
“Per quanto mi riguarda non sono d’accordo!”
Raggelo mamma stizzito, con la rabbia del figlio tradito. Ho reagito, forse un po’ scomposto, ma così ho manifestato il mio chiaro disappunto a qualsiasi suo intimo rapporto senza darle alcuna opportunità di continuare.
Solo la tensione del momento, e il tono fermo assunto da Roberto nella discussione, mi bloccano dal redarguire la sua reazione. Ho ritenuto dover sorvolare, decidendo di affrontarlo dopo per spiegargli le mie ragioni di donna rassicurandolo, comunque, del mio rapporto esclusivo con lui. Nel nostro reciproco silenzio si è fatta l’ora di andare a dormire. Passo parte della notte a guardare ripetutamente le scene del pomeriggio, mi soffermo molto sui due corpi ripresi. Figure così diverse ma entrambe seducenti. Particolari che richiamano il mio interesse. Il seno di zia, e le sue cosce, e che dire del culo di mamma. Ancora le riflessioni di mamma, che ora riescono ad avere il sopravvento sulle mie, come dire, particolari riprese. E’ più forte di me, non riesco a farmi una ragione di un altro uomo nella nostra vita. Mamma avrà pure le sue esigenze di donna ma per me, chiaramente, non contano. Dalle sue confessione sembra traspaia una morbosa voglia di un cazzo teso che sopisca il suo crescente bisogno di piacere! Ma anche la lezione di zia sul pompino non mi lascia indifferente. C’è particolare trasporto nelle sue parole. Nel rimuginare sulle parole di mamma tento di concentrarmi su quale strategia poter attuare per non trovarmi un estraneo in casa. I primi raggi di sole di un maggio avanzato mi spingono a riaprire gli occhi qualche minuto prima delle sette. I corpi di zia e di mamma stampati ancora negli occhi con il pisello che per tutta la notte è rimasto in posizione eretta. I mie pensieri non mi hanno aiutato a trovare una soluzione al problema di un estraneo in casa. E se…. Sento entrare mamma, il suo passo è leggero. So che è cadenzata nelle sue azioni. Ecco sta lasciando il caffè sul comodino, prima di sedersi sul bordo del letto, apre leggermente le imposte. Secondi lunghissimi dove il mio cuore impazza tra i suoi battiti. Percepisco che si è soffermata. Vorrei aprire gli occhi ma mi manca il coraggio. Si siede accanto a me, il tempo di due grattini sul capo, sa che a me piacciono tanto. Pochi secondi, poi mi lascia sempre un quarto d’ora prima di sollecitare, ancora una volta, il mio alzarmi. Di colpo smette. Di scatto si alza. Esce in fretta dalla stanza senza dire una parola. Sento la porta di camera mia richiudersi. Lo scatto è nervoso! In un attimo ho concretizzato una insana idea. Ho acceso la telecamera, posizionata accanto al televisore, posto di fronte al mio letto, ben nascosta alla sua vista. L’ho accesa, son tornato a letto e coperto, con studiata maestria, le mie grazie dalle stratosferiche dimensioni. D’impeto mi alzo riprendo la telecamera, riavvolgo, pigio play. Eccola, entrare spedita, la vestaglia le copre a mala pena il corpo, la tazzina sul comodino. Si volta, apre le imposte, la luce del giorno scopre le sue lunghe cosce, si siede sul bordo del letto, accavalla le gambe. Una coscia è quasi in primo piano, come è bella. Le mani sul capo è il suo affettuoso invito a svegliarmi. Il lenzuolino leggero copre il bacino ma lascia chiaramente trasparire un qualcosa di duro che fa capolino tra l’intimo incrocio delle gambe. Se ne accorge! Peccato che non ci sia il primo piano ma è palese il soffermarsi del suo sguardo sul mio bacino dove il mio intimo svetta nel suo possente alza bandiera mattutino Sussulta, si alza ed esce dalla stanza non senza staccare lo sguardo dal mio basso ventre.
Sarà normale, sta crescendo e ci sta che lavori di fantasia, chissà cosa aveva stamattina. È la prima volta che le vedo così, come dire in tiro. Nel suo dormiveglia non si sarà, sicuramente, reso conto dell’orario e della mia presenza. Solo un attimo è bastato per rendermi conto che non è più un ragazzino! Però!!!...
Esattamente alle 7,15 mamma rientra nella mia stanza, ha avuto il tempo di indossare un anonimo scamiciato corto e leggermente scollato, il cuscino sul mio viso mi priva della sua reazione al mio stato di grazia, che chiaro fa, provocatoriamente, capolino da sotto il lenzuolo… “ROBERTO !!!” Il tono è secco. E’ nervosa. “forza alzati È GIÀ TARDI!…” Il suo essere perentoria lascia poco spazio alla mia strategia. Pur controvoglia sono già sotto la doccia con una piccante sensazione tra le gambe e una gran voglia di sopire il mio stato di grazia.
Tutto il giorno ripensare alle mie riprese, fantastico su quante sarò in grado ancora di farne. Ma non ho ancora una precisa strategia per ostacolare quei suoi bisogni. Mamma invece ha passato il pomeriggio a sfaccendare in casa e più di un ora, in serata, al telefono con la sorella. Sul divano nella esatta identica posizione di ieri, le gambe raccolte, mentre parla le sue dita giocano leggere sui polpacci. Ho ripreso per tutto il pomeriggio, stando molto attento a non farmi beccare, ed adesso, imperterrito, incurante di ogni sua plausibile reazione ove si accorgesse della mia intima intenzione, sono nella esatta posizione di ieri. Steso sul pavimento.
“… Una sola battuta ieri sera, ma la sua reazione è stata di chiusura. Praticamente non mi ha dato possibilità di parlare”
Credo stia riferendo a zia della mia reazione su quell’uomo.
“Ma cosa vado a dirgli, che può sapere un ragazzino dei problemi di una donna sola che vuole abbandonare i suoi retaggi puritani e lasciarsi andare al richiamo del proprio corpo”
Mamma è veramente giù. Continua a parlare di sto Mario e delle sue paure sulla mia plausibile reazione contraria ma anche delle sue esigenze di femmina ancora calda. poi un ultima riflessione su quanto accaduto stamattina.
Zia credo la interrompe per qualche riflessione su questo ultimo tormento…
“Stamattina… per la prima volta ho visto quanto è cresciuto… ”
Sta proprio parlando di me. Non c’è un reale perché nella mia imperterrita ripresa delle sue dita. Chissà perché spero che le sue carezze siano più integranti. Magari salissero un po’ su dalle gambe e andassero un po’ oltre quello che, per tutti, sarebbero personali coccole. Ancora un paio d’ore notturne passata a montare le mie riprese. Mamma ha veramente un bel corpo e credo che sto Mario se ne sia proprio accorto, e questo mi fa imbestialire. La mente è invece pervasa dalle sue riflessioni e dalla sua esigenza di rivivere sensazioni intime quasi dimenticate. Un paio di giorni passano, io sempre con la mia vcc a fare riprese e mamma, continuamente, a cercare conforto con sua sorella. Sempre le stesse cose. Mario sta diventando veramente invadente e la zia che continuamente la sprona a parlarmene per trovare, lei dice, un giusto compromesso. La cosa comincia, veramente, ad infastidirmi. La reazione dell’altra mattina merita un riscontro. Quasi quasi! Alle 7,00 puntuale mamma è, come al solito, nella mia stanza. Stavolta sono molto più sfacciato. Il lenzuolo copre solo una parte del mio corpo. Una gamba è sopra il lenzuolo, leggermente reclinata, l’altra e semicoperta dal solo lembo di tessuto che, a malapena, maschera il mio bacino. Ho una mano dietro la nuca con l’altra invece sto accarezzando lentamente un cazzo particolarmente imperioso. Il solo pensiero del corpo di mamma, unito ai suoi istinto carnali, mi fanno eccitare come un maiale. La mano lentamente segue un cazzo particolarmente teso. La telecamera è un'altra volta al suo posto accesa che riprende. Mamma non può non accorgersi del mio stato, stranamente impiega qualche secondo a poggiare la tazzina sul comodino. Come al solito apre di quel poco le imposte. Bene la maggiore luce migliorerà le riprese. Aspetto i suoi grattini. Il mio respiro è intenso, parte per la paura di una sua giustificabilissima reazione e parte per lo stato di eccitazione veramente bestiale che sfacciatamente le sto mostrando. Continuo, molto lentamente, ad accarezzarmi il sesso. Nessuna reazione da parte sua, Aspetto che si sieda, come al solito, sul bordo del letto. Non ho il coraggio di guardare. Involontariamente un gemito mi sfugge dalle labbra. La sento bisbigliare qualcosa. Ma non capisco cosa. Sta di fatto che lascia in fretta la mia stanza. Ci resto male, ma corro subito a guardare le riprese. L’accappatoio che indossa copre a malapena un corpo ancora bagnato. Poggia la tazzina sul comodino, spinge di quel tanto le imposte. Subito si accorge del mio stato e della mia perversa azione. La seguo sobbalzare, arretrare di un passo e, quasi, perdere l’equilibrio. Cerca sostegno sulla parete le mani sul volto quasi a schermire la sua sorpresa. Inebetita segue la cadenza della mia mano sul mio attributo. Allunga una mano sul mio capo ma non ci arriva, sembra tremare, sta per sedersi sul bordo del letto ma non lo fa si gira, movimenti nervosi tant’è che l’accappatoio scopre la sua figura. È completamente nuda! Le mani tentano di coprire il seno. Appoggiata alla parete segue la mia mano andare su e giù “DIO MIO! come è grosso.” Ecco cosa quel suo bisbigliare come reazione al mio gemito. Lascio scorrere le scene, la video camera in una mano e, con l’altra, senza rendermene conto continuo a pestare su un cazzo che sembra scoppiare di morbosa eccitazione. Pesto veloce, forte, intensamente fino a quando esplodo in un susseguirsi di schizzi violenti, ripetuti, continui e densi. Appena il tempo di sistemarmi che mamma rientra in camera. “SBRIGATI! vai a scuola che è tardissimo, non intendo giustificare il tuo ritardo” Vorrei saltare la scuola stamattina, ma il suo tono non mi lascia molte alternative Il suo fare è piuttosto nervoso, è arrabbiatissima. Credo di essere stato veramente sfacciato. Inutili sono i miei tentativi di aprire una qualsiasi discussione. Pochi minuti e la raggiungo in cucina, ha uno sguardo assente, sembra imbambolata, gli occhi lucidi, quasi balbetta, è rossa in viso. La sua è rabbia! Non riesco a staccare gli occhi dal suo seno, sono talmente spudorato che se ne accorge portando le mani a stringere forte forte l’accappatoio sul suo corpo. L’uccello è di nuovo in tiro … …sembra volermi scoppiare tra le gambe.
“Ci vediamo in serata, oggi ho il recupero pomeridiano e mi fermo in ufficio…”
La bacio, castamente in fronte e mentre mi accingo ad uscire
“Roberto …da quando dormi nudo!”
“Da un po’…sai mi è più comodo…”
Sono rimasta di sasso, sorpresa da quella potente protuberanza in prossimità del basso ventre che, prorompente faceva capolino dal lembo dell’esile lenzuolo. I suoi movimenti hanno reso tangibile un coso enorme, teso e duro, in tutta la sua magnifica forma. Avrei dovuto svegliarlo, magari facendo rumore. No forse è stato meglio non scuoterlo chissà come ci sarebbe stato male. Ma si stava masturbando! E’ un bel problema! Sistemo alla meno peggio casa ed anch’io devo andare in ufficio. Rientro a casa, uscito da scuola, mamma non rientrerà prima delle 19,00, sarò, quindi, per l’intero pomeriggio solo a casa. Ho passato l’intera mattinata a fantasticare su quale possano essere stati i suoi pensieri alla mia sfacciata provocazione ma anche cosa abbia fatto dopo che sono andato a scuola. Se conosco bene i suoi ritmi so che non sarà uscita di casa se non prima messo in ordine almeno le camere da letto. Ho lasciato, quindi, la telecamera accesa. Stavolta in una posizione da seguire meglio la sua figura impegnata nella mia stanza. Mamma è ripetitiva nelle sue azioni. Infatti neanche cinque minuti di riprese a vuoto ed è di nuovo in camera mia. Nel frattempo ha avuto il tempo di indossare solo una gonna chiara, un po’ corta, che esalta il nero delle sue provocanti calze. Un attimo e la luce naturale della finestra migliora sensibilmente le riprese della mia video. Subito via le lenzuola dal materasso. Si siede sul bordo del letto una mano accarezza il materasso all’altezza del bacino. Sosta quasi a percepire il calore, ancora presente, del mio corpo. Nervosa si alza si sposta comincia a sistemare il letto. Prima da un lato, si china stende il lenzuolo, protende il busto, le vedo il seno, la luce naturale mi consente di restare di stucco al disegno di mammelle prosperose esaltate da un bel reggiseno nero. Si sposta ancora, adesso da la schiena all’obiettivo, protende il corpo per sistemare il copriletto. La gonna risale. Porca troia! mamma ha veramente un bel culo… Tutto mi sta facendo impazzire di eccitazione. Il corpo di mamma è ancora tonico, e sensuale. Ora è china, naturale nell’atteggiamento raccoglie gli indumenti sporchi che ho lasciato in terra. Lo fa accovacciandosi quasi ad un metro dall’obiettivo. Alzasse gli occhi potrebbe rendersi conto del led rosso della telecamera. Si gira, la seguo soffermarsi, due dita sembra raccolgano qualcosa dal fiancale del comodino. Tra le dita si ritrova gocce del mio seme, ne odora l’essenza. Reagisce stizzita, con la mano in bocca per contenere un urlo! Devo essere proprio un idiota. Cazzo potevo stare più attento e pulire meglio…
In ufficio per tutta la mattina un chiodo fisso. L’atteggiamento di Roberto di questi ultimi giorni mi sta turbando. Forse si sente stimolato dal mio corpo, il corpo di una donna. Stamattina in cucina ha percepito netto il suo sguardo sul mo seno, sentivo i suoi occhi risalire il mio corpo. È possibile che, senza volerlo, qualche mio naturale atteggiamento inciti le fantasie di ragazzo di primo pelo, ma non capisco cosa… eppure molte volte mi ha visto con quell’accappatoio…Ma stamattina si è toccato al punto di godere… e lasciare il caldo seme alla mia vista.
Lo ha fatto apposta? È chiaro Roby sta crescendo e io credo di avere un problema in più. Non vorrei esserne la causa!
Si è fatta l’ora di pranzo mentre i colleghi sono al lunch io e Mario restiamo in ufficio. Stiamo lavorando assieme ad nuovo progetto e stare assieme mi gratifica. Mario è veramente bravo nel suo lavoro ma ultimamente è molto distratto. La sua presenza distogli i miei pensieri le sue attenzioni al mio corpo mi sono chiare. Leggo negli occhi la sua passione. È veramente innamorato di me! E’ dietro di me le sue mani lentamente dalle spalle scivolano sul collo, le dita giocano delicate a fil di pelle. Sussulto appoggiando il capo sul suo corpo. Un movimento naturale che offrono l’opportunità a dita intriganti di insinuarsi, lente, tra il solco del mio seno. Cerco di dissuaderlo ma senza alcuna reale intenzione. Devo essere sincera mi piacciono le sue carezze, sono accattivanti piacevoli e, particolarmente, intriganti. Mi sto abbandonando a lui. Mi piace da morire la sua delicatezza Sussulto quando tra le dita stringe i mie capezzoli cresciuti di volume... e di voglia!
“Ho voglia di te”
“Anch’io ti desidero ma non ora… non sono ancora pronta”
Ancora una mia stupida resistenza. Continua nel suo intrigante attacco al mio corpo ne sono coinvolta. Arrossisco! L’arrivo dei colleghi interrompe, fortunatamente per me, il suo fare.
Alle 18,30, i colleghi sono già andati tutti via. Io e Mario restiamo ancora qualche minuto in ufficio per chiudere le ultime cose, domani, finalmente, consegnamo. Mario mi è di nuovo accanto, noto una sua, strana, espressione. Non ci bado! Le ultime carpette da chiudere. Ecco è tutto a posto. Abbiamo fatto un buon lavoro. Ci meritiamo un periodo di riposo.
“….Ti prego stringilo tra le labbra, desidero godere del calore delle tua bocca…”
Anche lui sfacciatamente porco, mi offre spudorato il suo grosso uccello stretto tra le mani, a pochi centimetri dalla mia bocca. “MA SEI IMPAZZITO!!!” Reagisco d’impeto. Nervosa rifiuto. Raccolgo in fretta e furia le mie cose e scappo via. “SEI RIUSCITO A ROVINARE TUTTO!” Glielo grido in faccia.
In macchina, lungo il tragitto, chiamo mia sorella ho bisogno del suo conforto. Chiamo anche Roberto per dirgli di raggiungermi da lei. Sono imbestialita, tutto mi sarei aspettato tranne la sua volgare provocazione.
Incazzato vado da mia zia. Fortunatamente abita a cinque minuti di strada da noi. La telefonata di mamma non mi ha lasciato molte opportunità. Perentoria mi ha, quasi, imposto di raggiungerla da zia. Ceneremo li. Salendo le scale un idea. Perchè non avviare anche con lei il mio perverso gioco. Zia è sempre stata affabile, e da quando papà è andato via lo è diventata ancor di più, e poi quelle sue riflessioni sul pompino, onestamente, mi stuzzicano.
“Non ti aspettavo così presto… tua madre non è ancora arrivata”
Anche zia deve essere rimasta sorpresa dall’autoinvito di mamma. mi riceve con una magliettina scollata, ed una gonnellina corta, il classico abbigliamento domestico, nulla di trascendentale, ma per me, in questo particolare momento, questo basta per fantasticare sul suo corpo. Ci spostiamo in cucina e lei, mentre aspettiamo mamma, tenta di carpire qualche mia reazione agli attuali crucci di mamma. Assente seguo il muovere delle carnose labbra, capisco poco delle sue parole. Sono impegnato a poggiare la telecamera che ho portato con me tra le gambe sotto il tavolo in perfetta direzione della sua figura che, seduta, mi offre, ignara, l’erotico fascino delle sue cosce. Sono particolarmente attratto dal suo corpo e nel contempo sorpreso del fatto che, come mamma, non dimostra affatto i suoi anta. Un corpo in perfetta forma, una piacevole donna, alta, scura di capelli, un fisico un po’ pienotto, ma con la carne al punto giusto. Nell’insieme una gran bella gnocca.
“Ma che hai sei tra le nuvole”
“No! E che stavo pensando a mamma” Quasi balbetto. Era forse l’ultima cosa che avrei dovuto dire.
“Ecco… perché è proprio di lei che ti voglio parlare… sai tua madre è in un momento difficile… e tanto che te ne vuole parlare… ma tu, a quanto pare, non le offri molte opportunità…”
Vorrei alzarmi ed andare via ma non posso farlo. Non riesco a spostare le videocamera senza che lei possa accorgersene, sto quindi seduto ad ascoltare le sue riflessioni sulle esigenze dell’esser donna di mia madre. “Non pensi che sia giusto che possa rifarsi una vita, tuo padre lo ha fatto e tu non puoi essere così egoista….”
Mentre parla sono attratto da grossi capezzoli che sembra vogliono bucare il cotone della maglietta. Zia è senza reggiseno! Senza alcuna remore li fisso, ammiro il seno gonfiarsi al suo naturale respiro, fantastico al pensiero di poter allungare le mie mani e stringerli forte. Chissà se le piacerebbe…
“MA MI STAI ASCOLTANDO!”
Zia si è accorta del mio attuale interesse. “Ehi! Ma che stai guardando...cosa hai lì…” Non conclude la frase, il campanello la distoglie. Meno male è arrivata mamma.
In fretta poso la telecamera nello zainetto. Giusto il tempo per assistere al loro rientro in cucina. Zia ha indossato il reggiseno, privandomi di ogni mio possibile sollazzo. Chiacchierano mentre preparano la cena, mamma è scura in volto. Una cena velocissima, poi io al televisore a cercare qualcosa che mi interessi, loro chiuse in cucina. Una buona mezz’ora e mi sto annoiando. Per quello che ho fatto però mi manca il coraggio di usare la telecamera. Sono certo che zia è sul chi va la e si accorgerebbe immediatamente delle mie perverse fantasie. Si ma ho due palle piene di aspettare. Senza fare rumore mi avvicino, quantomeno cerco di scoprire cosa sia successo di tanto grave da spingere mamma a cercare sua sorella.
“….La stessa cosa, la mia stessa reazione la mia stessa rabbia”
Mamma è proprio in preda allo sconforto, confessa qualcosa che non riesco a comprendere
“Ma anche tu svegliati non sei più una ragazzina, hai quarantadue anni ed un figlio di sedici non puoi permetterti il lusso di fare la puritana. Quante opportunità il destino pensi ti possa ancora riservare”
Zia è perentoria nel suo consiglio.
“…Io ho bisogno di amore ma non voglio essere trattata come una volgare puttana”
“…Ancora, ma sei ostinata hai un problema e ancora per un mancato pompino…”
“…Si ma non voglio una storia da una botta e via, desidero un uomo con cui condividere le mie emozioni…”
“…Non prenderti in giro, il tuo è solo bisogno di cazzo… è inutile che tenti di mascherarla con i tuoi falsi moralismi … tu desideri un bel palo teso che ti faccia godere mandandoti in paradiso. Alla tua età vorresti conquistare un uomo solo con l’amore platonico, ma svegliati bella mia solo il sesso, il tuo corpo le tue mani e il calore della tua bocca, sono la tua speranza”
Intravedo la posizione di mamma, ha le mani a coprire gli occhi, credo stia piangendo.
“Hai ragione devo superare questa mia difficoltà ma oggi è stato più forte di me”
“…Certo è stato volgare ma anche tu prima ti sollazzi alle sue carezze e poi lo scacci”
MAMMA SI E’ FATTA TOCCARE!!! “….Pensavo a Roberto….” “A proposito mentre ti aspettavamo, l’ho beccato che mi guardava il seno. Era imbambolato quasi assente, gli occhi lucidi… sono quasi certa che aveva qualcosa tra le gambe…forse la telecamera... ”
“Sai è un paio di giorni che lo vedo gironzolare per casa, sempre con quella telecamera in mano. Si giustifica con il suo voler capire tutte le funzioni che possiede. Ho notato che qualche volta l’obiettivo è rivolto su di me. Poi passa ore intere al computer… Sai da quando il padre è andato via … va capito… ”
Cerco di giustificare il comportamento del mio ragazzo .
“Si ma devi essere più presente”
“….Hai ragione negli ultimi mesi l’ho un po’ trascurato, sta crescendo ed è normale che lavori di fantasia, sai è un paio di giorni che al mattino lo scopro con il coso perennemente in tiro…”
“E si sta crescendo e anche bene!”
In macchina, rientrando a casa, prendo il coraggio a due mani ed affronto Roberto
“Ma ti sei impazzito ora ti metti a guardare il seno a tua zia, lo sai che se ne accorta”
“Ma che dici?”
“Che dico, ora mi spiego il tuo gioco di questi ultimi giorni con la telecamera a casa, mi spii alla ricerca di qualche mio atteggiamento particolare….e poi al mattino… ti ritrovi con il coso in tiro…”
Non so cosa dire!
“È ora anche con tua zia, la riprendi di nascosto, ma sei proprio un porco!”
“Non è vero!”
“Forse è il caso che ne parliamo un po’…”
Il silenzio assoluto sino a che arriviamo a casa. Mamma non dice più niente ma è palese la sua contrarietà, e meno male che zia non ha avuto modo di accertarsi veramente della presenza della telecamera. Neanche il tempo di chiudere il portone di casa che...
“E poi mi spieghi perché sei contrario ad un mio possibile nuovo rapporto… ho bisogno di un uomo….”
“E me lo chiedi pure… sino a ieri papà mi ha detto che adesso sono io l’uomo di casa e tu vuoi portarmi un estraneo in casa”
“Sicuramente lo sei, tua padre ha ragione ma tu non puoi certo sostituirlo in tutto…”
Pensando, tra me e me, che si deve dormire anche nel letto di una donna per fare l’uomo di casa…
“Ho diritto a pensare anche a me stessa, dopo che tua padre ha pensato alla sua”
“Mamma chi è causa del proprio male pianga se stesso….”
“CHE VUOI DIRE!”
“Che la colpa è stata tua”
“E tu che ne sai e poi come ti permetti”
“Ti ho sentito confessarla alla zia”
“SEI UNO STRONZO!!!”
C’è astio nelle sue parole. Nella mia c’è rabbia, ma un altro uomo nella mia famiglia non riesco proprio ad accettarlo A COSTO DI INFILARMI IO NEL LETTO DI MAMMA… Una notte difficile da passare non so discernere quali dei miei attuali problemi, in questo momento, è più grosso. La crisi del mio nascente rapporto, ovvero le difficoltà a fare accettare a mio figlio le mie esigenze di donna. Il mio aperto dissenso con Mario ed il litigio con Roberto mi hanno lasciato una rabbia dentro difficile da passare, forse sono stata con entrambi un po’ dura, l’atteggiamento di Mario mi ha turbata mentre prendere atto dell’esuberanza di mio figlio mi preoccupa. Entrambe le cose incidono sul mio attuale stato d’animo.
Come sono strane le donne. Mamma e zia fisicamente identiche, sono gemelle, ma caratterialmente l’una l’opposta dell’altra. Mamma introversa e piuttosto riflessiva zia, invece, esuberante e spregiudicata, poi la sua lezione sul pompino mi intriga. Deve essere una gran maialona a letto a differenza di mamma che invece sembra una bacchettona. Certo, però, oggi ho rischiato molto! M’avesse beccato sarebbero stati cazzi amari!
Il fine settimana passa nel nostro reciproco silenzio. Io chiusa nei miei problemi Roberto, perennemente serrato nella sua stanza.
Non ho il coraggio di parlare con mamma le sue ultime riflessioni sul mio coso sempre in tiro mi esaltano, stimolano la mia fantasia alla ricerca di nuove strategie.
Sono già le undici del mattino. E’ prassi che la domenica gli porto il caffè più tardi, so che gli piace stare a letto. Non riesco a tenergli il broncio. La sua reazione posso pure giustificarla, forse un po’ meno i toni… ma è ancora un ragazzo… Voglio farmi perdonare. Con un morbido scamiciato, solo un attimino allo specchio per sistemarmi i capelli, entro nella sua stanza consapevole che… il mio ragazzo è veramente cresciuto. Nella penombra lo guardo, il lenzuolo copre solo la parte bassa della sua figura, come succede da un paio di giorni. Oggi però è pancia in giù. Appoggio sul comodino la tazzina, scosto le imposte, la luce naturale illumina meglio la stanza, mi siedo accanto a lui sul bordo del letto. Lentamente le lunghe unghie tra i suoi capelli, poi delicate si spostano sul collo, le mani, leggere, scendono dalle spalle quasi sulle natiche per poi risalire ancora, e ridiscendere seguendo il disegno della sua figura. Come rapita da una soddisfazione interiore alterno i polpastrelli alle unghie, più volte copro l’intero percorso. So che gli piace, percepisco il suo innocente mugolare. Ed oggi sono più delicata, possiamo pure avere dei contrasti, ma non essere litigati, voglio scusarmi per quello che gli ho detto. Seguo il suo lento voltarsi. Le mani sul viso seguono il disegno del volto, le mie dita si ritrovano sul suo petto, carezze lente ripetuti più volte e a fil di pelle. I suoi occhi, sia pure intorpiditi dal sonno, mi confermano il suo apprezzamento, ed i suoi amorevoli sospiri sono la migliore soddisfazione che una mamma possa ricevere dal proprio figlio.
“Dai prendi il caffè altrimenti si fredda”
Il mio sguardo senza alcuna apparente ragione fissa la sua zona intima, non so perché ma prendo atto, come stia succedendo spesso, del suo uccello teso. Sembra lo ostenti senza alcun pudore, come a volermelo offrire in chissà quale morbosa fantasia. Stiracchiandosi sorseggia il caffé, mentre una mano scivola sulle mie gambe. Le mie carezze, sono semplicemente amorevoli, nulla di più. Gli sfioro le guance per poi sostare ancora sul petto, tocco appena i capezzoli, non c’è assoluta malizia nei miei movimenti ma solo la gioia di un ritrovato contatto materno. Non posso giurare, invece, sui suoi atteggiamenti! Quella sua mano sembra voler osare. Ma è tutto così bello che sorvolo su questa mia ultima preoccupazione. Il suo respiro cresce di intensità, diventa profondo. Il leggero lenzuolo comincia a sollevarsi in movimenti pulsati. Devo ammettere stavolta in maniera, veramente, prorompente. Roberto, un po’ goffamente, cerca di mascherarmene gli effetti ma, per quanto impacciato sia il suo tentativo, nulla riesce a fare per nascondermi la vista di un uccello veramente in tiro. Sorrido, prendendone atto con l’orgoglio di mamma. Mi chino per un bacio innocente sulla sua fronte. Il seno protetto solo dall’esile tessuto sfiora prima le labbra e poi lento risale sul viso, ma solo per un attimo e, in quella frazione di secondo, percepisco immediato il suo respiro scaldarmi una pelle diventata sensibile. Le sue labbra sfiorano i miei capezzoli, la bocca quasi naturalmente si schiude al provocante contatto. Sussulto!
“Mamma mi dispiace essere stato scortese”
“Non ti preoccupare forse anch’io lo sono stata. Non pensiamoci più!”
Si accovaccia a me, cingendomi il corpo in posizione fetale. Si stringe, le mani ancora sulle mie gambe, il suo corpo mi trasmette un calore intenso attraverso l’esile lenzuolo, tanto forte da farmi rabbrividire. Il cuore sembra mi scoppi nel petto, mi manca il respiro. Un pensiero diventa incessante, è solo l’esuberanza mascolina del sedicenne? Riprendo ad accarezzargli il viso, le dita scivolano ancora una volta sul petto scoperto, la pressione delle dita diventa intrigante, le unghie seguono il contorno del torace. Lo guardo negli occhi, diventati lucidi, e resto attonita dal suo sguardo intenso che manifesta palese una forte eccitazione. Cerco di coprire le cosce abbondantemente scoperte, mentre la sua espressione è diventata quasi assente. Continuo ad accarezzarlo mentre si avvinghia sempre più stretto a me, un fremito mi percorre la schiena percependo il suo intimo spingere contro il mio corpo, lo sento distintamente pulsare. Un calore indescrivibile mi prende, il suo sguardo innocente incrocia il mio, le sue mani sostano tra le mie gambe, le dita si allungano. Le mie percorrono il suo corpo. Un impulso, un attimo di follia, e non controllo le mani a sfiorare quel qualcosa di estremamente grosso, particolarmente duro e morbosamente caldo che imperterrito sento pulsare. A fior di pelle le dita continuano a seguire tutta la sua mascolinità. Il suo respiro aumenta di intensità al delicato (morboso) contatto con il suo intimo. Un suo gemito si unisce ad un mio sussulto. Gemito che scuote il mio corpo pervaso da una unica vampata di calore che il bacino trasmette al cervello. Il silenzio impera nella stanza interrotto, solamente, dai suoi impercettibili gemiti che mi arrivano amplificati alle orecchie. Turbata d’impeto mi rialzo “Dai vai a fare una doccia…” invito strozzato da una particolare emozione “…Oggi pranza da noi tua zia … è sola a casa, lo zio è fuori per tutto il fine settimana…. mi dispiaceva farla stare sola”
Proprio oggi zia deve venire a rompere le palle…
Rossa in viso esco dalla stanza consapevole che potevo non restare inerme alla sua provocazione. Sentire la sua intensa eccitazione, subire le intriganti sue dita cercare il peccaminoso, ed il mio tastare il suo duro sesso, stava incidendo su di debole corpo. Tremo al pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere… Devo prendere atto che da un paio di giorni è cambiato il mio rapporto con Roberto. Sembra conviva con un chiodo fisso, ormai chiaro e lampante. Si eccita fantasticando sul mio corpo e sfoga il suo istinto animalesco senza remore. Forse l’aver ascoltato i miei sfoghi lo autorizza a chissà quali insani pensieri. È chiaro un altro uomo in casa non l’accetterebbe mai, ma non può certo sostituirsi a suo padre. Mi ci vuole qualche minuto per riprendermi. Sento la porta del bagno rinchiudersi alle sue spalle. Immediato mi assale un atroce dubbio e, in un attimo, mi ritrovo accovacciata al di la della porta. È completamente nudo, in piedi, le gambe divaricate il suo ….attributo tutto scappellato, sarà ragazzino ma ha veramente un bell’affare teso…e come è duro… Piano, una mano accarezza il pisello tocchi che, in breve, diventano tremendi fendenti su un superbo cazzo spaventosamente grosso…
Estasiato….. emette intensi gemiti di forte piacere… Resto sconvolta da una possente erezione figlia del piacere che il contatto con il mio corpo gli ha dato, e di cui ora mi sento, mio malgrado, colpevole. È morbosamente eccitato il suo arnese, teso e duro, ne sono la effettiva conferma. Non mi capacito come tutto questo sia possibile, i miei atteggiamenti sono sempre stati assolutamente naturali, non ho mai travalicato i limiti della decenza, mai alcuna insana provocazione ha sfiorato la mia mente. Si, forse, stamattina ho sbagliato, ma è stato solo un attimo, ho ceduto al mio altissimo bisogno di uomo. Solo un secondo per stimolare una sua peccaminosa fantasia.
E adesso il suo fare indebolisce il mio corpo. Tremo alla perversa situazione, un turbinio di pensieri mi sconvolgono, perdo per un attimo l’equilibrio, urto la porta…
Ci avrei giurato mamma è lì dietro la porta raccolta nel suo caldissimo corpo. Mi sta guardando ne ero certo. Ho fatto bene ad accendere la telecamera. È posizionata nella direzione da dove può riprendere la porta del bagno. Mi metto nella esatta traiettoria del buco della serratura, lancio ripetute occhiate verso il piccolo foro. L’ho sentita tremare, era sconvolta dal mio perverso contatto. Un solo pensiero rivolto alla telecamera mentre stringo forte tra le mani un cazzo che pulsa nervoso, lo impugno forte alla base, glielo offro in primo piano. So che per lei questo è un bisogno. Al massimo dell’eccitazione tiro, la mano sbatte sulle palle gonfie, il respiro è diventare profondo ed intimo.
Tremo dal piacere! Certo che se quello che penso è vero, mamma si starà toccando, e sarà uno spettacolo eccitantissimo. Non vedo l’ora di godere delle sue intime carezze.
Ho la certezza che Roberto sta guardando verso di me, sembra certo della mia presenza qui rannicchiata che lo sto spiando.
Noto che la chiave non è nella toppa.
Sono completamente sconvolta. Non riesco a staccare lo sguardo dalla sua perversa masturbazione. In piedi inarca il busto tira sull’uccello gonfio che, ad ogni colpo, reagisce a colpi assurdi, forti. Ho l’impressione che si stia facendo male, per come trasfigurato è il suo viso. È assurdo!
Non è possibile non posso cedere così, sto impazzendo ma ho voglia di un uomo. Non controllo le mani stringere il seno, le dita pizzicano gonfi capezzoli, lentamente percorrono un diventato debole corpo, si fanno strada tra le mie gambe, risalgono dalle cosce, si avvicinano al mio intimo.
Cazzo! Sono eccitata, le dita cercano umide labbra, calde gocce si diffondono tra di esse. Prima l’indice, sussulto, poi il medio, gemo, ed ancora l’anulare accompagnano i miei movimenti sul taglio della fica, con sospiri di un piacere immenso, che non riesco a contenere, come se volessi dargli conforto unendomi alla sua masturbazione. Sembra che i nostri sguardi si incrocino in questo momento così morboso! Si irrigidisce, è un attimo. Che fa? Si gira di scatto, certo che è solo una sottile separazione divide i nostri rispettivi amplessi, si avvicina alla porta, tira, mena senza sosta, istanti tremendi. Non so che fare. Non avrò neanche il tempo di scappare resto, inerme, ad aspettare la sua reazione. Le labbra strette tra i denti contengono i suoi gemiti mentre tira sempre più intensamente. Allunga una mano, si appoggia allo stipite, tira ancora forte, veloce, si pone davanti, quasi a contatto con il buco della serratura, nello stesso istante in cui il duro cazzo scarica sfacciato e violento il suo piacere “Mmmaaammmaaaa…..” il mio nome muore sulle labbra.
Sento i sospiri di mamma aldilà della porta, “…ssssiiiiii…. ci sono io per te… godi….” Questi pensieri accompagnano il mio seme infrangersi sulla porta. Sono sicuro, mamma ha lasciato spazio alla femmina in preda alla lussuria. Gemo di un piacere immenso, voglio che possa sentirmi, anzi desidero che percepisca l’eccitazione che il suo corpo mi da.
Schizzi impetuosi, sola la porta li separa dal mio viso. Ripetute gocce del suo seme riescono a trapassare l’esile foro della serratura, un’altra la segue e poi ancora.
DIO! È tutto così assurdo. L’essenza del suo piacere a me dedicato mi sconvolge! Perversa la mia bocca raccoglie quel caldo seme, la lingua ne assapora l’essenza….e le mie dita mi danno piacere
L’acqua della sua doccia mi scuote.
Passano lunghi minuti, in cucina mentre aspetto che esca dal bagno. Rifletto su come ho potuto eccitarmi mentre mi figlio smanettava. Perché non ho reagito! … Ho la risposta! ma non lo voglio ammettere. Perché non godere di un così bellissimo cazzo, perché cercare un uomo estraneo a noi. E’ vero, ha ragione mia sorella, ho bisogno di un gran bel cazzo che scuota i miei sensi… che mi mandi in paradiso. E c’è l’ho in casa! Il solo pensiero che mio figlio possa sbattermi in ogni angolo di casa nostra, mi sta eccitando da morire.
Ho assaporato il suo seme, per la prima volta il seme di un uomo. Non lo avevo mai fatto! La mia lingua ha saggiato il morboso sapore di sesso… e ora fremo al solo pensiero del suo cazzo dentro il mio corpo intento ad esplorare ogni angolo delle mie intimità. Ma cosa sto pensando. SONO IMPAZZITA!
È di fronte a me, un il piccolo asciugamano cinto sul bacino, copre le sue nudità. Il suo sguardo è altamente provocante. Solo qualche secondo per rendermi conto che è quasi mezzogiorno e non ho ancora fatto niente. Ma ho bisogno, anch’io di una doccia, sicuramente fredda! Lo sfioro guardandolo anch’io intensamente.
Ho percepito il suo perverso intendimento, ma vigliaccamente sfuggo ad ogni suo possibile attacco. Mamma è in bagno, sbottona lo scamiciato, lo lascia scivolare ai suoi piedi, si guarda allo specchio, le mani lentamente accarezzano un corpo in fermento, prima il seno poi, con molta, calma si priva del l’anonimo slip. Stavolta sono io accovacciato a seguire dal buco della serratura la sua azione, ancora eccitato come non mai. Cazzo! Si sposta di quel tanto che mi priva di ogni possibile immagine. Spero che l’occhio della telecamera riprenda quanto io non riesca a vedere. Si perché ho posizionato la telecamera, nascosta sulla cesta dei panni sporchi ben mascherata dal mio accappatoio.
Ho un pensiero fisso tutto rivolto al bel cazzo teso, possente, duro di Roberto. Non riesco a controllare il mio corpo che grida il suo bisogno di piacere. …MI SCOPRO TROIA…. Guardo verso la porta, c’è ancora il suo seme che disegna un percorso tortuoso verso terra. Una irrefrenabile voglia mi spinge verso quel caldo seme. Quel suo seme figlio di una morbosa eccitazione di cui mi sento, consapevole, responsabile e di cui ho perverso bisogno. Ma non ne ho la forza. Il corpo subisce il suo calore. Saperlo aldilà della porta mi eccita da morire. Il cuore impazza nel petto, e le dita scivolano lentamente tra le mie gambe. L’eccitazione cresce forte… stringo le labbra tra i denti … erano anni che non mi toccavo …. Possiedono il mio intimo. Stringo le gambe, il corpo freme È BELLISSIMO! Un gemito intenso, profondo, liberatorio accompagna il mio godere…
Vengo con il suo nome tra le labbra....
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